giovedì 16 ottobre 2008

CANTO GREGORIANO...IL CANTO DEL SILENZIO...





❦ CALENDARIO CANTO GREGORIANO E AMBROSIANO

SCHOLA GREGORIANA MEDIOLANENSIS –
Giovanni Vianini



♦ Domenica 26 Ottobre ore 18,30 BASILICA DI SAN MARCO – MILANO – Laetetur cor
♦ Sabato 1 Novembre, ore 21 CHIESA DI SAN RICCARDO Peschiera Borromeo - Mi. Missa pro Defunctis
♦ Domenica 2 Novembre, ore 17,30 ABBAZIA DI CHIARAVALLE – MILANO - Missa pro Defunctis
♦ Domenica 23 Novembre, ore 18,30 BASILICA DI SAN MARCO – MILANO
Domenica 14 Dicembre ore 21 CHIESA DEL CORPUS DOMINI – via Canova 4 MILANO - Melodie gregoriane di Avvento
♦ GIOVEDI 25 DICEMBRE – S. NATALE – ►ore 18,30 BASILICA DI SAN MARCO - MILANO
Missa “ Lux fulgebit “ in Canto Ambrosiano


❦ RES, non verba

Tutte le date sono con ingresso libero e silenzioso, e, data la natura dei canti, senza applausi


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ALCUNI CONSIGLI PER CANTARE BENE
IL CANTO GREGORIANO
E LA MUSICA SACRA



In base alle esperienze fatte in 50 anni di servizio con il canto liturgico e alle soluzioni adottate per cercare di ottenere un buon risultato nel modo di cantare la Musica Sacra come preghiera e lode a Dio, non come forma di esibizione e/o di solo tecnica vocale, scrivo, per i cantori che mi danno la fiducia e collaborazione nel tenere vivo il canto gregoriano in liturgia, alcuni consigli per cantare bene il gregoriano:

Il canto gregoriano è preghiera cantata, quindi il suono deve essere sempre leggero, legato e umile.
Anche quando si esprime la lode gioiosa, il suono sarà più partecipato ma non dovrà essere grossolano o gridato.
Prima di cantare, sarà utile capire cosa si canta.
Quando si canta è logico ricordarsi che stiamo rivolgendoci a Dio, non siamo solo cantanti o musicisti; anche chi non ha il dono della Fede, deve ricordarsi che sta praticando il canto sacro per eccellenza e quindi sia attento nel comportamento e nell'espressione, rimanendo nell'ambito della lode e della preghiera.
Il canto gregoriano, come la musica sacra in genere, non cerca gli applausi, se questo consenso deve proprio avvenire, che sia espresso solo alla fine di una rappresentazione concertistica, non comunque e ovviamente, in liturgia.
In chiesa, negli spostamenti , i cantori si muoveranno pacatamente senza guardarsi in giro per salutare o per farsi notare, ma con l'umiltà di chi sta compiendo un importante azione liturgica e culturale, con professionalità e buon gusto.
E' necessario pronunciare bene il testo, il testo della preghiera cantata può essere molto interiore ma dovrebbe essere anche capito da chi ascolta, si trovi il giusto equilibrio tra interiorità e comunicazione.

Non si canti di gola, quando le note salgono è necessario girare il suono di testa, sarà così possibile una migliore intonazione. Per salire bene nelle note alte, le vocali devono essere rimpicciolite, ben partecipate e pensate.
Attenzione alle note acute di passaggio, solitamente sono calanti perché gli si da poca importanza.
Nella Salmodia, curare l'intonazione della corda di recita o tenore, non cantare mollemente ma partecipare sempre non solo con la voce ma anche e soprattutto con la mente, se pensiamo cosa stiamo cantando, la qualità automaticamente sarà molto buona.
Le A non devono essere troppo aperte ma devono tendere leggermente alla O.
Le I devono essere cantate pensando alla forma grafica della I in verticale, altrimenti tendono alla O e calano.
Si canti osservando il ritmo della parola, le note, i neumi del canto servono ad evidenziare il testo nel suo significato, quindi il canto avrà un " ritmo verbale" non sillabato. ( il ritmo del testo parlato, è il ritmo del testo cantato ).
Le frasi vanno sempre partecipate, slanciate all'inizio e riposate al respiro, all'interno della frase tutto scorrerà legando da neuma a neuma, per ottenere una buona legatura servirà conoscere bene la melodia, poi mentre si canta una nota, gia si pensi alla prossima.
Negli intervalli di terza, quarta, quinta…non collegare i suoni glissando come nell'opera lirica, ma con l'aiuto di un ipotetica H davanti alla vocale e un leggero rigonfiamento del suono ( breve e delicata messa di voce ) si passi da un suono all'altro senza portamento o collegamento di note intermedie.
Le note finali non devono ripiegarsi nella conclusione del loro suono ma devono essere sostenute nell'intonazione, la bocca deve rimanere aperta fino al termine della produzione del suono; le note finali di semifrase o frase non siano brevi ma leggermente allungate e abbiano, come gia detto, un leggero rallentato.
Le N finali devono risuonare leggermente nel naso con la lingua appoggiata al palato. Attenzione alla pronuncia delle S finali, è una situazione molto difficile da realizzare, un coro che deve chiudere il canto con la S non riuscirà ad essere perfettamente assieme, la soluzione potrebbe essere che si canti solo in pochi cantori, il problema porebbe essere ridotto e in parte risolto.

Il canto gregoriano è canto del silenzio, nasce dal silenzio. Anche dalle nostre città rumorose, quando cantiamo il gregoriano sarà bene ricordarci del silenzio monastico, dove nel silenzio Dio si rende manifesto.

Prima di cantare sarà bene fare qualche vocalizzo e poi servirà unicamente silenzio e concentrazione, la Musica Sacra è un sacro ministero, ricordiamoci l'importanza che ha il canto gregoriano nell' azione liturgica.

La Chiesa, come edificio, è un luogo di culto, non un salotto o un teatro; troppe volte, in chiesa, al termine di una liturgia, si vede la gente parlare e scherzare. Terminato il canto è doveroso e gradito il silenzio nel quale riecheggia la spiritualità del canto gregoriano.
Nell'attuare queste idee, ricordo a me stesso e ai cantori:
L'UMILTÀ, LA COERENZA E IL SILENZIO.

Con gioia, convinzione e operosità
Giovanni Vianini
direttore del coro
SCHOLA GREGORIANA MEDIOLANENSIS


Basilica di San Marco – Milano
Abbazia cistercense di Chiaravalle – Milano

Milano - Anno 2008
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